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Rappresaglia, continua l’epopea di S.Ritorsionne
Categories: Risorse umane?

 Torino, 31 ott. – (Adnkronos/Ign) – E’ stata avviata oggi alla Fiat di Pomigliano la procedura di mobilità per la riduzione di personale di diciannove unità. Lo annuncia una nota del Lingotto in cui si precisa che la decisione fa seguito all’ordinanza della Corte d’Appello di Roma che obbliga la Fip di Pomigliano d’Arco ad assumere i diciannove dipendenti di Fiat Group Automobiles iscritti alla Fiom che hanno presentato ricorso per presunta discriminazione. ”L’azienda -spiega la nota- ha da tempo sottolineato che la sua attuale struttura è sovradimensionata rispetto alla domanda del mercato italiano ed europeo da mesi in forte flessione e che, di conseguenza, ha già dovuto fare ricorso alla cassa integrazione per un totale di venti giorni e altri dieci sono programmati per fine novembre”, pertanto prosegue la ”Fip non può esimersi dall’eseguire quanto disposto dall’ordinanza e, non essendoci spazi per l’inserimento di ulteriori lavoratori, è costretta a predisporre nel rispetto dei tempi tecnici gli strumenti necessari per provvedere alla riduzione di altrettanti lavoratori operanti in azienda”.

”Peraltro la società è consapevole della situazione di forte disagio che si è determinata all’interno dello stabilimento, sfociata in una raccolta di firme con la quale moltissimi lavoratori hanno manifestato la propria comprensibile preoccupazione ”, conclude la nota rilevando che ”l’impegno dell’azienda è quello di individuare la soluzione che consenta di eseguire l’ordinanza, creando il minor disagio possibile a tutti quei dipendenti che hanno condiviso il progetto e, con grande entusiasmo e spirito di collaborazione, sono stati protagonisti del lancio della Nuova Panda”.

“Un’azione ritorsiva e illegittima” per il responsabile nazionale Fiom, Giorgio Airaudo, mentre per la Cgil si tratta di “un’azione vergognosa per coprire le lacune dei piano industriale”. “I licenziamenti sono un ricatto inaccettabile” spiega il segretario confederale della Cgil, Elena Lattuada. Per il segretario del Pdci, Oliviero Diliberto “la decisione dell’azienda mette i lavoratori contro i lavoratori e fa pagare il prezzo delle sue scelte sbagliate a chi ha il diritto di lavorare”.

Quella della Fiat “è una logica banditesca”, dice in una nota l’esponente di Rete28Aprile e della Fiom, Giorgio Cremaschi “in cui i lavoratori sono ostaggi presi e rilasciati”. “Un Paese civile dovrebbe cacciare Marchionne e chi si comporta come lui” attacca.

“Siamo seriamente preoccupati”, dice il segretario generale dell’Ugl, Giovanni Centrella, per quello che “potrebbe accadere nello stabilimento di Pomigliano”, mentre il leader della Cisl, Raffaele Bonanni “la Fiom dovrebbe smettere di giocare al massacro”. Punta il dito contro la Fiom anche il segretario nazionale Fim Cis, Ferdinando Uliano, responsabile settore auto. ”La Fiom non si è preoccupata minimamente delle conseguenze delle proprie azioni e del rischio in cui potevano incorrere i lavoratori -continua Uliano-. Abbandonare l’azione sindacale e abbracciare l’azione giuridica, comporta anche questi gravi rischi, che alla fine pagano solo i lavoratori”.

Per Domenico Scilipoti, segretario del Movimento di responsabilità nazionale, “Marchionne scarica sui lavoratori la responsabilità dei suoi errori e delle sue scelte sbagliate”, “se la Fiat è in crisi la responsabilità è anche sua e non è giusto che a pagare siano gli operai”.

http://www.adnkronos.com/IGN/News/Economia/Fiat-Mobilita-per-diciannove-lavoratori-di-Pomigliano-per-riassumere-licenziati-Fiom_313848146881.html

Davvero incredibile che il lancio della nuova Panda non sia bastato da solo a risollevare le sorti di una “fabbrica” che gode da un secolo del protezionismo statale, che predica liberio mercato e non sa stare in piedi neppure con tanti favoritismi, spesata in tutto e per tutto dai contribuenti (fra cui, ovvio, i dipendenti stessi).. Né si poteva immaginare che il mercato fosse così cieco di fronte al genio dell’amministratore delegato quando ha deciso di lanciare la 500 negli Stati Uniti..

Ma sarcasmo a parte..

In diversi articoli (vd. http://www.linkiesta.it/marchionne-19-mobilit%C3%A0-fiat) l’ad Marchionne è stato definito schumpeteriano; nel caso condivide questa peculiarità con gran parte dei leader politici dello stivale, da destra  a sinistra, dove in particolare si è voluto chiamare riformismo o progressismo il graduale abbandono della sfera umana e del diritto ai capricci del liberismo economico, con apporto di decreti che da anni e negli anni continuano a minare l’aspirazione ad una vita decorosa – spesso al sostentamento – della popolazione; sostenendo e giustificando l’imprenditoria più rapace, ricattando i lavoratori; lasciando le più importanti istanze della persona comune alla mercé della più cupa reazione – i cui rigurgiti sono sempre più frequenti – che ipocritamente grida promesse mentre sogna il perseverare di un capitalismo monopolistico “di razza”; affari e paura, ricetta che tante volte nella storia si è dimostrata eccellente per la prosperità dei ceti medio-alti, i signori della finanza (industria bellica compresa) e la partitocrazia.

Vic

per una delucidazione sull’economista Schumpeter:

http://it.wikipedia.org/wiki/Joseph_Schumpeter

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