Da Radio BlackOUT
http://radioblackout.org/2012/09/fascisti/
L’accusa di fascismo rivolta a chi si pone alla propria sinistra é una malattia antica della sinistra italiana. L’analisi storica di Pietro Nenni rispetto ai fatti del 1919 che scarica sulla sinistra radicale (o massimalista) la responsabilità dell’affermarsi del fascismo, è frutto di una visione politicista, che non tiene conto cioè che l’isolamento della sinistra riformista era già un portato sociale, così come era un portato anche culturale l’adesione di tanti italiani al fascismo. Detto questo, Nenni fece comunque un uso politico di quei convincimenti, come a stigmatizzare chi criticava l’alleanza tra PSI e DC del ’62, appena dopo il famigerato governo Tambroni, in quanto obiettivo favoreggiatore delle destre. Fece meglio il PC con le accuse di diciannovismo, totalmente strumentali, rivolte al movimento del ’77 o alle organizzazioni armate dell’epoca, proprio mentre preparava il compromesso storico. Da questo momento storico, l’accusa di fascismo sarà sempre rivolta a “sinistra”. Oggi l’accusa viene girata a Di Pietro e Grillo, che criticano da sinistra il governo Monti e la politica ultra liberista del PD. Aggiungendo non a caso “del web”. Insomma il PD si trova paradossalmente a indossare la doppia maschera di chi dispensa accuse di fascismo mentre sorvola elegantemente sui fascismi conclamati. Ci spiega le tante implicazioni di questo ragionamento Silvano Cacciari, nostro abituale ospite, docente ed esperto di comunicazione.