A p.61 del Settimo Rapporto Annuale sullo stato di avanzamento delle attività della Regione Piemonte (osservatorio regionale delle infrastrutture di mobilità), risalente al 2010, si evince dalla tabella che i “lavori di costruzione della variante di Pieve di Teco-Ormea con traforo di valico Armo-Cantarana” godono di un progetto definitivo già dal 2005 (http://www.regione.piemonte.it/trasporti/osservatorio/dwd/report/rapp10.pdf); così anche nel documento omologo dell’anno precedente.
Eppure il 18 giugno scorso la Presidente della Provincia di Cuneo ha fatto un sopralluogo in Val Tanaro, accompagnata dall’ingegner Celia, il quale secondo il sito di Libero 24×7 ha affermato:
“Recuperati i fondi stornati nel 2007 dall’allora ministro Di Pietro e destinati al lungomare Canepa di Genova, la progettazione definitiva, affidata dall’Anas, è oggi ad uno stadio avanzato, tanto che si sono già svolti alcuni incontri con gli amministratori locali” (http://247.libero.it/fotogallery/onlinereg12350302/sopralluogo-in-val-tanaro-della-presidente-giannagancia/).
Di tre giorni prima quest’altra notizia, forse riguardante il medesimo incontro o altro, a porte chiuse:
“La Provincia di Cuneo ha espresso parere tecnico favorevole sul progetto definitivo del traforo Armo-Cantarana.
Lo ha annunciato il vice presidente Giuseppe Rossetto ieri pomeriggio nella sala consiliare di Garessio in occasione di un incontro con la Giunta. “L’Anas di Genova sta sovraintendendo la redazione del progetto definitivo e ci ha chiesto un parere – ha spiegato Rossetto – L’Armo Cantarana è un’operazione fattibile soprattutto rispetto ad altre ipotesi di collegamento quale l’Albenga-Carcare-Predosa che ha tempi lunghi e impegna risorse per 6/7 miliardi di euro con un intervento dei privati che presuppone consistenti risorse pubbliche. Il progetto definitivo che condividiamo è modificato rispetto a quello iniziale: presenta miglioramenti di ordine tecnico, benefici di carattere ambientale e un contenimento del costo che da 352 milioni di euro passa a 271 milioni” (http://www.targatocn.it/2011/06/15/leggi-notizia/argomenti/monregalese/articolo/lok-tecnico-della-provincia-al-progetto-definitivo-dellarmo-cantarana.html).
In sostanza non è così chiaro se il progetto definitivo già esista o meno. Non è cosa da poco, considerando le fonti (un sito della Regione e amministratori pubblici) e i tempi concessi anche ad un qualunque ente o cittadino per impugnare il progetto, così, nel caso si avesse qualcosa da chiedere o opporre: trenta giorni.
Le caratteristiche dell’opera sono quelle di ogni altra soggetta alla famigerata Legge Obiettivo. Il traforo Armo-Cantarana infatti è compreso in un “Sistema”, come vengono definiti nelle schede dei Programmi di Infrastrutture Strategiche della Camera (http://www.casaportale.com/public/uploads/11893-pdf5.pdf): Corridoio Plurimodale Tirrenico-Nord Europa.
Tale Corridoio copre un tracciato e quindi interessa un territorio immenso, infatti parte da Messina, e se realizzato graverà semplicemente sulla speranza di vita dei contribuenti, in senso economico quanto sanitario.
Il C.I.P.E. (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica) nella deliberazione del 20 dicembre 2004, prendeva atto che: “[…] la copertura finanziaria degli interventi e’ ipotizzata a totale carico pubblico […]” (http://gazzette.comune.jesi.an.it/2005/120/7.htm).
Dallo stesso documento si evince che:
“[…] i piani economico-finanziari sintetici presentati a corredo
delle relazioni istruttorie evidenziano la mancanza di un potenziale
ritorno economico derivante dalla gestione, trattandosi di strada
extraurbana secondaria per la quale non e’ prevista l’applicazione di
tariffe […]”
Non è vero quindi, come da anni si propaganda a proposito delle grandi opere, che spendano le grandi aziende. I soldi sono i nostri. Per intenderci tra le grandi opere sono annoverate tutte le tratte AV/AC, il Ponte sullo stretto di Messina, il Mose di Venezia e quante altre faraoniche buffonate vengono esaltate dai governi degli affari che si stanno avvicendando nella bella Italia.
“[…] la s.s. 28, collegando la citta’ di Imperia con la provincia
di Cuneo, rappresenta una strategica via di comunicazione tra la
Liguria e il basso Piemonte assicurando un tramite diretto fra il
porto di Imperia e le industrie piemontesi […]”.
Quindi quel che c’è nel mezzo, abitanti compresi, non è importante.
“[…] la tratta tra Pieve di Teco e Ormea assume particolare rilevanza ai fini di un’integrale valorizzazione della s.s. 28, ponendosi quale percorso alternativo all’autostrada Savona-Torino e all’autostrada dei Fiori;”
Come non averci pensato prima? Quale idea migliore per valorizzare una strada, ma soprattutto un’intera valle, che invitare il traffico pesante e non ad attraversarla. Sarà di certo un boom turistico.
“[…] è stata data notizia dell’avvio del procedimento mediante avviso pubblicato su un quotidiano a diffusione nazionale e su quotidiani a diffusione regionale;”
Quale precisione! Che trasparenza!
ciao a tutti
al prossimo aggiornamento
luvu