Si allarga il fronte critico alla prevista linea ferroviaria tra Lione e Torino: in Savoia si oppongono al progetto sia le associazioni ambientaliste sia il partito conservatore UMP. E ora esprime riserve anche l’Agenzia francese per l’ambiente.
In Francia è in corso una consultazione pubblica sulla “Torino-Lione” che si concluderà all’inizio di marzo. Le organizzazioni ambientaliste FRAPNA e FNE avevano chiesto una proroga dopo la pubblicazione del rapporto dell’Autorité environnementale du Conseil général de l’environnement et du développement durable (AE), che evidenzia rilevanti carenze nel dossier del progetto. Occorre rilevare che in precedenza FRAPNA e FNE erano favorevoli alla “Torino-Lione”. Le critiche al progetto si concentrano in particolare sul venir meno della priorità del trasporto merci, sulla sostenibilità ambientale e sulla redditività.
Chambéry soffoca nel traffico?
La linea Torino-Lione sarà utilizzata da treni merci e ad alta velocità. A tal fine, in una prima tappa entro il 2025, si prevede il raddoppio parziale della linea e la costruzione di un tunnel dedicato prioritariamente all’alta velocità, e quindi al trasporto passeggeri, per raggiungere Chambéry. La costruzione di un secondo tunnel per le merci, che permetterà di evitare la strettoia di Chambéry, è prevista dal progetto, ma non rientra in questa prima fase. Questa programmazione degli interventi rimette in discussione la priorità del trasporto merci, che finora era stata un punto fermo del progetto. Le organizzazioni ambientaliste, così come l’AE e l’UMP, denunciano questo dietrofront e sottolineano che il progetto così impostato non contribuirà in alcun modo al trasferimento dalla gomma alla rotaia. “Come e quando si potrà raggiungere l’obiettivo di trasportare 40 milioni di tonnellate di merci su questo asse ferroviario?”, si interroga Pierre Moreau, della CIPRA Francia, nelle sue “10 domande ai promotori del progetto“.
Incertezza sulle conseguenze ambientali e finanziarie
Nel suo rapporto pubblicato nel dicembre 2011, l’AE ha rilevato gravi carenze nel dossier sulla “Torino-Lione”. L’impatto sulle acque sotterranee e le zone umide, come gli effetti per le aree Natura 2000, sarebbero trattate in modo non adeguato. Manca inoltre una valutazione socioeconomica del progetto, cioè non si tiene conto della globalità dell’offerta di transito transalpino, ad esempio per quanto riguarda il tunnel del Gottardo. Pierre Moreau sottolinea inoltre che per le imprese di trasporto i costi sono altrettanto importanti della velocità. La linea storica e il tunnel stradale, che si è deciso di ampliare, costituiranno alternative meno costose per i trasportatori. A febbraio la Corte dei conti francese, criticando la mancanza di redditività dell’autostrada viaggiante tra Aiton/F e Orbassano/I, ha raccomandato di ristabilire la concorrenza tra la ferrovia e la strada.
Il traffico regionale resta al palo
Ci si appresta ad avviare un progetto da 24 miliardi di euro, la cui utilità è da dimostrare e il cui completamento rimane incerto. Il trasporto merci tra Francia e Italia è in calo. L’ammodernamento della linea storica, stimano gli esperti, sarebbe in grado si smaltire fino a 19 milioni di tonnellate di merci, mentre attualmente ne transitano meno di 5 milioni. Intanto la domanda di trasporto regionale tra Grenoble, Lione e Chambery è raddoppiata nell’ultimo decennio. Ma anche sul versante italiano il trasporto regionale resta al palo: a Chivasso, ad esempio, recentemente, per problemi tecnici, 20 treni regionali sono stati soppressi, o sono rimasti bloccati facendo registrare forti ritardi.
Fonte e ulteriori informazioni: www.cipra.org/fr/alpmedia/positions/106 (fr), www.lavoixdesallobroges.org/politique (fr), www.actu-environnement.com/ae/news (fr), http://edizioni.lastampa.it/aosta/articolo/lstp/580/, www.cipra.org/pdfs/1043_fr (fr)